Bottom up versus trickle down
L’emulazione dello stile e degli atteggiamenti dei personaggi famosi non è un’abitudine solo del contemporaneo, ma è un fenomeno che oggi è stato nettamente amplificato dalla diffusione di TV e di Internet. La moda è una questione di imitazione e di distinzione che una cerchia sociale trasmette alla comunità. In passato, infatti, la necessità di emulare ha permesso ai nuovi stili nati negli ambienti alto borghesi di diffondersi rapidamente a un pubblico mainstream.
Il fenomeno del TRICKLE DOWN (“effetto goccia”) è, quindi, un meccanismo verticale che inizia dall’alto e scende fino a raggiungere le masse. Succede però che, per il principio di imitazione, il fenomeno verrà subito rimpiazzato da un nuovo ciclo, quello della distinzione. Un esempio di questa teoria è l’acquisto di abbigliamento sportivo professionale da parte di persone che praticano sport a livelli amatoriali. Comprando un paio di sneakers o un capo tecnico, studiati per agevolare la performance, essi
vogliono dichiarare l’appartenenza a un certo status sociale che li associ a un determinato tipo di persona/atleta/campione.
Oggi, l’effetto TRICKLE DOWN si è rovesciato trasformandosi nel BUBBLE UP, cioè la nascita di mode e tendenza da ambienti sub-culturali. L’esempio più classico è quello del blue jeans, un capo d’abbigliamento nato come uniforme di lavoro,
ma poi reinventato diventando simbolo culturale e identitario. Dallo stile ribelle dei Rockers all’elegante modello a sigaretta STA-PREST Levi’s dei Mod, dal taglio imborchiato del Punk fino ai fashion show di prêt à porter e alle sfilate di Haute Couture.
Una moda nata dalla classe operaia diventata il fil rouge capace di unire tutte le classi sociali.
Nella moda contemporanea, lo sportwear si è impadronito del nostro guardaroba, non solo come capo sportivo, ma ideale per l’ufficio e per uscire. Un novità che la pioniera Miuccia Prada ha proposto durante la Fashion Week di Milano, facendo sfilavano
modelle con i tacchi nella borsetta o appesi allo zaino, calzini da montagna, windstoppers portati sopra classici completi da uomo e vestitini in broccato abbinati a scarponcini da trekking.
La moda è cambiamento e rappresentazione del tempo in cui viviamo. Un ruolo che la democratizzazione e la globalizzazione contemporanea ha reso ancora più definito.
Forse prevedere la moda è impossibile, ma sicuramente si può affermare che il nostro corpo sia la rappresentazione fisica e culturale della nostra identità esteriore. Le nostre scelte stilistiche sono una performance estetica e visibile della nostra personalità e del
nostro presente. Attingiamo così al gusto, all’etnia, alla sessualità e alla voglia di un senso di appartenenza attraverso l’esternazione di un gusto in continua evoluzione.
(source: associazioneoffset.it)